San Rocco

SAN ROCCO A BOCCASSUOLO
Rocco nacque a Montpelier, città della Francia meridionale, verso l'anno 1280. La tradizione narra che il bambino fosse nato con una croce impressa sul petto. Rocco rimase ben presto orfano di entrambi i genitori e con una cospicua eredità che però nel giro di qualche anno, decise di elargire ai poveri. Indossato il tipico vestito del pellegrino si avviò verso Roma: era l'anno 1300 ed il papa Bonifacio VIII poteva celebrare il giubileo al quale accorsero un gran numero di persone provenienti da tutta Europa. Condizioni igieniche non ottimali e calura estiva, portarono in breve tempo ad una pestilenza e Rocco, memore degli insegnamenti ricevuti dai genitori, iniziò subito il suo apostolato a favore degli ammalati. Successivamente si spostò a Cesena e Rimini e dovunque moltiplicava prodigi e guarigioni. La sua fama di Santo miracoloso si propagava sempre più ed egli per sfuggire alle continue manifestazioni di riconoscenza decise di tornare a Roma. Novara e Pavia furono teatro delle sue mirabili gesta. Mentre si trovava a Piacenza fu egli stesso colpito dalla peste e fu così che per non dare fastidio si ritirò in un bosco nella periferia della città. Un cane ebbe cura di lui portandogli dei tozzi di pane. Non lontano dal luogo dove giaceva Rocco, sorgeva un castello appartenente ad un certo Goliardo, nobile della zona. Questi notò che il cane ogni giorno all'ora di pranzo, azzannava un pezzo di pane e fuggiva. Un giorno un servo di Goliardo seguì l'animale e, tornato al castello, tra stupore e incredulità, raccontò tutto al padrone il quale invitò Rocco nella sua dimora. Rocco rifiutò chiedendo solo di potersi costruire una capanna nel bosco così da ripararsi dalle intemperie. In tali condizioni rimase per alcuni mesi finché una notte un angelo, apparso in visione, lo guarì dalla peste e lo esortò a tornare in Francia. Partito giovane vi ritornava ora sfigurato ed invecchiato al punto tale da essere scambiato per un Pastore. Arrivato in Francia fu condotto davanti al giudice (lo zio al quale Rocco aveva lasciato l'amministrazione dei suoi beni) il quale non riconoscendolo lo fece consegnare alla guardie perché lo rinchiudessero in carcere. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379. Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. San Rocco fu sepolto con tutti gli onori. Sulla sua tomba cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri. Il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò santo per la liberazione dall'epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari.

Questa è la storia di San Rocco che nelle nostre terre venne onorato e pregato. Molti sono gli oratori o le edicole dedicate a Lui; in particolare nel nostro territorio vi è una piccola edicola a Raggiola e un bel Oratorio a Boccassuolo. Si narra che durante la peste del 1630 venne colpita la popolazione di Palagano, Savoniero e Susano e il Duca di Modena, che non voleva che i castagneti di Palagano rimanessero incolti, assegnò alla popolazione di Boccassuolo, scampata all’epidemia, molti boschi di castagno del territorio di Palagano perché li pulissero e coltivassero. Nel 1855 a Boccassuolo mentre ci fu una epidemia di colera il parroco Don Antonio Guigli fece ricostruire e ampliare in 20 giorni l’Oratorio di San Rocco a protezione dei Boccassuolesi e “nessuno morì di quel morbo”.  Come evidenziato nel famosissimo santino scritto da don Sola in un italiano “simpatico”, i lavori di ristrutturazione dell’Oratorio di San Rocco vennero eseguiti “…. in ringraziamento dei benefici ricevuti e per averne altri in avvenire.” L’Oratorio di San Rocco posto sotto il campanile, dopo essere stato ristrutturato all’interno negli anni ’90 con decorazioni eseguite dal nostro Padre Antonio, negli ultimi anni è stato anche sistemato all’esterno. All’inizio del 2020, in piena pandemia Covid-19, la popolazione ha da subito pregato davanti alla statua di San Rocco esposta per tutto il periodo in parrocchia con novene e preghiere personali. Il 16 di agosto, come tradizione, si è fatta la messa al campo sportivo con preghiere specifiche su questa situazione. Molte persone di Boccassuolo, residenti e non, negli ultimi mesi hanno riconosciuto in San Rocco il Santo a cui rivolgersi per un’aiuto per questa pandemia. Questa devozione a San Rocco per i Boccassuolesi non è solo folkloristica, è sincera e sentita, infatti anche quelli che per vari motivi abitano via sentono come patrono più San Rocco che San Apollinare e San Barnaba. Celebre è la filastrocca in dialetto conosciuta da tutti: “ Tic Toc San Roc protetur di tut i Toc”. In questo momento di incertezze vi propongo da Boccassuolo, come regalo di Natale, una piccola orazione riportata sul nostro santino:

“O Signore custodisci con assidua pietà il tuo popolo e per intercessione e meriti del Beato Rocco, preservalo da ogni contagio di anima e di corpo, così sia.”

Don Sola scrive che "Il 2 settembre 1855 i Boccasuolesi ed il Parroco d. A. Guigli decretarono di abbattere l'antico oratorio di S. Rocco ed ampliarlo apportandogli maggior decoro e splendore."

Nell'archivio Parrochiale è conservato un documento datato 2 settembre 1855 in cui si conferisce l'incarico di riedificazione dell'Oratorio a Giovanni Cavani di Pievepelago in cui si legge: "Il qui sottoscritto (...) Giovanni Cavani di Pievepelago capo Maestro Muratore si obbliga ed assume l'incarico di riedificare nel modo e maniera già indicatagli dalli (...) incaricati da tutta la popolazione di Boccassuolo l'Oratorio esistente in detto luogo (...) sotto il titolo di S. Rocco e di eseguire il lavoro da uomo probo e da bene ed anzi di uniformarsi ai consigli degli assistenti di mano in mano che si presentano. (...) Si obbliga di eseguire il lavoro in quella maniera che comporta la sua arte e maestria (...)."

Da ciò si presume che doveva esistere in Boccassuolo un oratorio dedicato a S. Rocco precedente all'attuale che risale appunto al 1855, come si legge nella lapide posta sopra l'ingresso:

I Boccassuolesi

per essere stati liberati dal colera

nel 1855

questo oratorio eressero a onore di S. Rocco

oggi sempre memori di grazia ricevuta

uniti all'attuale parroco

questa lapide pongono

Addì 1 gennaio 1907

Negli anni 1980 il parrocco padre Antonio Capitanio ha provveduto alla decorazione interna, all'installazione di un impianto di riscaldamento ed al rifacimento di quello elettrico.